Il Pianeta del piacere by Chandler A. Bertram

autore:Chandler A. Bertram [Bertram, Chandler A.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook gratuito - vietata la vendita
pubblicato: 2011-08-27T21:15:22+00:00

Ma ce n’erano altri, molti altri.

Be’, li avrebbe affrontati quando ne fosse stato il momento.

A poco a poco, Grimes si addormentò, di un sonno agitato. Era l’unica cosa che poteva fare.

Si svegliò quando l’aereo atterrò.

La porta della cella venne spalancata. Due guardie tarchiate, in divisa nera, lo trascinarono nel corridoio e gli misero le manette ai polsi. Grimes fu sospinto verso il portello esterno e la scaletta. Si aspettava di vedere il familiare paesaggio di Porto Afrodite, ma rimase deluso. Quello era un aeroporto, non uno spazioporto, ed era anzi poco più di un campetto d’atterraggio circondato da rocce nude. Era tarda sera. Il cielo era nero e stellato. Le luci a terra erano rade e fioche, e avevano un che di rossastro che a Grimes risultò sinistro.

Un altro gruppetto scendeva la scaletta. Due guardie e… e una figura familiare.

— Fenella! — gridò Grimes.

Lei si girò prima che le guardie potessero impedirglielo. — Grimes! — esclamò.

Poi aggiunse: — Perdio, quante volte ve lo devo dire che il mio nome, su questo pianeta, è Prunella Fenn?

Aveva conservato il suo senso dell’umorismo.

— Zitto, tu! — Uno degli angeli custodi di Grimes gli diede un ceffone. Poi, rivolto ai due che accompagnavano Fenella, più giù lungo la scala, disse: — Portate via quella stronza, ragazzi, prima che si metta a chiacchierare col suo autista.

— Grimes! — urlò lei prima che la mettessero a tacere. — Siete riuscito a parlare con l’Alto Commissario?

— No! — La guardia stavolta lo colpì sulla bocca. — No! E voi?

Lei cercò di rispondere, ma fu messa a tacere efficacemente. Grimes dovette restare lì, stretto in mezzo alle due guardie, a guardarla portar via. Gli parve che la trascinassero verso l’entrata debolmente illuminata di un tunnel. Pensò che forse avrebbero portato anche lui nello stesso posto, ma non fu così, benché fosse sempre un tunnel quello dove fu sospinto in malo modo.

C’era una sotterranea, giù, con piccole vetture aperte che correvano in mezzo a caverne buie. Alla fine arrivarono a una piattaforma di là dalla quale c’erano enormi porte di acciaio, che si aprirono quel tanto da fare entrare soltanto un uomo alla volta.

Una delle guardie premette un bottone mimetizzato nella finta roccia, e l’altra guardia tolse le manette a Grimes. Grimes venne gettato di peso in mezzo all’apertura: atterrò pesantemente sul pavimento duro, scorticandosi le mani e le ginocchia e strappandosi il vestito. Si tirò su, barcollando, e si voltò. La porta era già stata chiusa.

Si guardò intorno. Era in una grande camera, più artificiale che naturale; sembrava il compartimento stagno di una nave, ma su scala gigantesca. Davanti a lui si aprì una porta come quella attraverso cui era stato gettato. Dunque, pensò, volevano che passasse di lì. Cosa ci sarebbe stato dall’altra parte? Niente di piacevole, questo era certo, ma se fosse rimasto lì, Grimes avrebbe sicuramente finito per morire di fame.

Fece qualche passo avanti, e vide, di là dalla porta, un corridoio. Forse, alla fine di quel corridoio, potevano esserci acqua e cibo… O forse no.

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